S’inaugura il 14 maggio allo ZKM di Kalrsruhe (D) la mostra b a n q u e t, Metabolism and Communication che prende il metabolismo umano come punto di partenza d’indagine dei più ampi e complessi meccanismi del ‘metabolismo’ sociale ed ecologico che ci circondano. Lo spazio di comunicazione sociale dato dal consumo di cibo è stato intaccato nel tempo dalla cultura del fast food e dall’invasione nello spazio domestico del mezzo televisivo. Fra le numerose installazioni ci sono le storiche performance in video di Marina Abramovic, una bizzarra storia segreta degli hamburger americani in ‘Ussa: Secret Manual Of The Soviet Politburger’ di Mark Boswell; le relazioni fra cibo, cristianesimo mediatico e televisione in ‘Food (For) Thought, (Three) Ingredients From The Mass Consumers Diet’ di Daniel Crooks; ‘The Last Nine Minutes’ di Douglas Davis, una delle prime performance con l’utilizzo di satelliti di comunicazioni dove l’artista è solo in uno studio comunicando a gesti con la sua invisibile audience. Questo concetto è ripreso qualche anno più tardi da Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz in ‘Hole in Space’, dove un link pubblico satellitare stabilito fra New York e Los Angeles metteva in collegamento luoghi delle due città su grandi schermi, alterando la percezione di spazio e di tempo e creando una nuova dimensione nella topologia del media space. Presenti anche ‘Individual-Citizen Republic Project’ di Daniel García Andújar – Technologies To The People sul nuovo concetto di cittadinanza evoluto tramite le nuove tecnologie, ‘Minds of Concern: Breaking News‘ dei Knowbotic Research, il controverso lavoro che utilizza un Public Domain Scanner per analizzare la vulnerabilità dei network sottoposti, ‘Frontiers of Utopia’, un’installazione interattiva di Jill Scott che fa raccontare ad altrettante donne del novecento la loro esperienza negli USA, dall’immigrata russa di inizio secolo al computer engineer degli anni novanta, contestualizzando lo spazio e il tempo a cui ciscuna protagonista appartiene, ‘The tables turnes, Three Parts’ di Paul Sermon, una rappresentazione virtuale di un tavolo in cui tre persone dislocate nelle tre sedi della mostra (Barcelona, Karlsruhe e Madrid), possono comunicare in videoconferenza e ‘News’ di Jiri Suruvka, un programma fittizio di notizie televisive, parodia di news celebri mimate in costume da Batman e in cui l’unico suono è il masticare di patatine fritte del ‘giornalista’ che crea così una relazione a distanza con il passivo telespettatore.
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